Schiavi D’Abruzzo

Area sacra di Schiavi d’Abruzzo – Schiavi d’Abruzzo  – Chieti

COME ARRIVARE:
in aereo → aeroporto di Pescara
in auto → A14 uscita Vasto Sud imboccare la S.S. 650

•Ingresso libero

•Visite guidate su prenotazione

•Chiusura: 1 gennaio

25 dicembre

LA STORIA

L’area sacra di Schiavi d’Abruzzo si è sviluppata in una zona che aveva già conosciuto una lunga e antica frequentazione, come ha dimostrato la scoperta, a poca distanza dai templi, di una tomba a tumulo databile tra l’età del Bronzo Finale e la prima età del Ferro (XI-X sec. a.C.).
L’aspetto attuale del sito è il frutto della monumentalizzazione avviata nel II sec. a.C. con la realizzazione di una terrazza sostenuta da un muro in opera poligonale e la costruzione del tempio maggiore, che sorse sui resti di una struttura più antica, forse distrutta al tempo delle incursioni annibaliche.
Più tardi, ma comunque prima della Guerra Sociale, tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C., si data invece la realizzazione del tempio minore che conserva, composta con tessere bianche inserite nel pavimento in opus signinum della cella, un’importante iscrizione in osco.
In epoca medievale il tempio maggiore è stato utilizzato come chiesa e sul lato occidentale del muro di sostruzione della terrazza è stata costruita una torre a pianta quadrata che ha segnato per secoli il paesaggio e dato il nome alla zona, nota appunto come Contrada Torre.

LA VISITA

Il visitatore dell’area sacra di Schiavi d’Abruzzo è immediatamente colpito dal tempio maggiore, di cui resta l’alto podio modanato nel quale è incassata la scalinata centrale; sulle lastre della pavimentazione del podio si distinguono le tracce per l’imposta delle colonne, in numero di quattro sulla fronte e due in corrispondenza delle ante della cella.
Il tempio minore era invece privo di podio e aveva sulla fronte quattro colonne in laterizio. È stato realizzato in mattoncini laterizi messi di taglio a spina di pesce anche il pavimento del pronao, mentre quello della cella è in signino rosso decorato da tessere bianche che compongono, presso la soglia, un’iscrizione in osco in cui si leggono ancora il nome del magistrato eponimo (Numerius Decitius figlio di Minatus), che permette di datare all’anno la costruzione del tempio, realizzato a seguito di una deliberazione dell’organo collegiale locale (gli adlecti), e quello dell’appaltatore-architetto, che apparteneva alla famiglia dei Papii.
Gli scavi più recenti hanno riportato alla luce l’altare del tempio minore, in realtà costituito da più altari sovrapposti: dal battuto di breccia attribuibile all’epoca della costruzione fino al piano di calpestio dell’ultima fase individuata con chiarezza c’è infatti un dislivello di circa 160 cm nel quale sono racchiusi 6 secoli di utilizzo (II sec. a.C. – IV sec. d.C.).
La visita dell’area sacra di Schiavi d’Abruzzo non può prescindere da quella del Museo Civico, nel quale è presentata una scelta del materiale restituito dagli scavi accompagnata da una serie di supporti didattici che illustrano la storia del sito.

Responsabile della struttura: Amalia FAUSTOFERRI

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