Patrimonio Storico – Artistico
Le competenze della Soprintendenza in materia di beni storico artistici riguardano innanzitutto l’attività di tutela svolta attraverso i procedimenti dichiarativi dell’interesse culturale, le autorizzazioni in materia di lavori o spostamenti di beni culturali, così come le autorizzazioni ai prestiti per mostre ed esposizioni, secondo quanto normato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs 42/2004). Fondamentali sono l’attività ispettiva sul territorio e l’alta sorveglianza sugli interventi di restauro intrapresi dai proprietari pubblici e privati di beni culturali. Queste attività, accanto al controllo dello stato di conservazione delle opere e alla vigilanza sulla corretta esecuzione degli interventi, offrono talvolta occasioni di ricerca e approfondimento sulla storia e sulla tecnica di realizzazione dei beni storico artistici.
Il patrimonio storico artistico delle province di Chieti e Pescara è caratterizzato da una notevole varietà di aree d’interesse, che spaziano dall’arte medievale a quella contemporanea e da numerose tipologie di beni: dipinti su vari supporti, sculture lignee e lapidee, opere di grafica, installazioni, manufatti tessili, ceramici e metallici, apparati decorativi dipinti e in stucco oltre che lapidei a corredo delle chiese e molto altro.
Si incontrano nel territorio abruzzese importanti opere di scultura romanica e gotica, dagli amboni dei maestri Nicodemo, Roberto e Ruggiero – sintesi di diversi influssi culturali, paleo-cristiani, bizantini, islamico-moreschi e classici – agli apparati decorativi scultorei a corredo delle chiese degli ordini monastici, alle sculture conservate presso i musei civici o diocesani, come l’Antiquarium medievale “Antonio Cadei” di Guardiagrele, piccolo museo che espone pregevoli frammenti scultorei dal XII al XV secolo, provenienti dalle chiese del territorio, allestito dal Comune con la collaborazione della Soprintendenza.
La commistione di diversi linguaggi artistici prosegue nel Trecento e nel Quattrocento, quando gli apparati decorativi pittorici delle chiese rivelano le influenze emiliane e marchigiane unite a quelle tardogotiche senesi di alcuni artisti attivi sul territorio come Antonio Martini da Atri (attivo a Manoppello e a Penne) ma si riscontrano anche coordinate figurative che rimandano a radici napoletane e alle esperienze artistiche dell’aquilano: uno degli esempi più interessanti di cicli pittorici quattrocenteschi nella provincia di Pescara è sicuramente quello della chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino, dove nel Giudizio Universale in controfacciata è presente una delle rare raffigurazioni del cosiddetto “ponte del capello”, iconografia risalente ad un’antica tradizione medio-orientale.
Loreto Aprutino | Chiesa di Santa Maria in Piano – Giudizio Universale – XV secolo.
Nei secoli successivi, il patrimonio storico artistico di questa area dell’Abruzzo rimane caratterizzato dalla fusione di più culture figurative, che in epoca barocca e nel XVIII secolo sono soprattutto quella lombarda e quella napoletana, con la presenza in regione di artisti provenienti da quei territori, come Tanzio da Varallo (attivo a Colledimezzo e a Fara San Martino), Giovan Battista Gianni (attivo a Penne, Città Sant’Angelo e Chieti), Giacomo Colombo (a Chieti e Lanciano), Giacinto Diano (a Lanciano e Chieti), Donato Ferada (ad Alanno e Chieti) e Giambattista Gamba (a Penne e Chieti).
Di formazione napoletana sono pure alcuni artisti abruzzesi attivi nel Seicento e nel Settecento: Giovanni Battista Spinelli (a Ortona e Lanciano), Pasquale Bellonio, Domenico Renzetti e Francesco Maria Renzetti (a Lanciano, Ortona e Casoli), Donato Teodoro (a Chieti). Alla fine del ‘700 a Guardiagrele e nei comuni limitrofi fino a Chieti lavorano operosamente i pittori Nicola Ranieri, Francesco Maria De Benedictis e Ferdinando Palmerio, lasciando una produzione dai caratteri ben riconoscibili tanto da guadagnare il nome di “scuola di Guardiagrele”, città di origine dei tre artisti.
Nel corso dell’Ottocento, la cultura figurativa appare strettamente legata al territorio con i suoi paesaggi, le tradizioni popolari, i costumi, il folclore, declinati dalle diverse sensibilità degli artisti ora verso un’interpretazione più vicina al realismo francese, attento alla resa del paesaggio e degli stati d’animo (i fratelli Palizzi, di cui un importante nucelo di opere si conserva presso i Musei civici di Palazzo d’Avalos a Vasto), ora verso una rappresentazione fortemente espressiva dei personaggi e della natura, con l’intento quasi di indagine sociologica e la volontà di trascendere la semplice ripresa della realtà locale per rappresentare invece sentimenti, temi e valori di carattere universale (Francesco Paolo Michetti).
A cavallo tra Ottocento e Novecento si attesta l’attività della famiglia Cascella, la cui produzione abbraccia più tecniche artistiche, dalla pittura all’incisione, dalla scultura alla ceramica, ricollegandosi, per quest’ultima, alla florida tradizione abruzzese delle ceramiche di Castelli e di Rapino. Di grande importanza sono anche le produzioni di oreficeria, di cui il massimo interprete in questo territorio è Nicola da Guardiagrele (XV secolo) e la fiorente tradizione della scultura lignea policroma, che si estende dal XII al XIX secolo con opere di soggetto sacro e devozionale a destinazione ecclesiastica.
ORATORIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE AD ALANNO:
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