Una relazione datata al 1972 sullo stato del sito archeologico delle terme elenca i numerosi problemi di tutela che rendono necessario un intervento sistematico che viene progettato nel 1976, prevedendo la costruzione del piccolo edificio di custodia e la sistemazione dell’ingresso all’area archeologica (realizzati nel 1979); l’intervento alle cisterne prevede il restauro delle murature, il ripristino dei canali di scolo e la sistemazione della scalinata in ferro.
Risale al 1983, anno in cui la carta del Cianfarani assume la veste di una redazione definitiva con la denominazione di “Chieti archeologica”, un articolato progetto redatto da Claudio Finarelli e da Adele Campanelli (stralcio 1982 degli “Itinerari turistico-culturali per il Mezzogiorno”) finalizzato alla conoscenza dell’intera struttura e al recupero con finalità museale delle cisterne, mentre un progetto ben più vasto, con nuove costruzioni edilizie “tematizzate” poste all’interno di un nuovo parco, prende forma nel 1988, ma non trova realizzazione.
I lavori di scavo e restauro riprendono nel 1990, con la scoperta di ulteriori porzioni del complesso termale in aree di proprietà provinciale.
Risalendo di scala e ricentrando l’attenzione sull’intera struttura romana della città, è da sottolineare il rinnovato interesse per la storia di Chieti che porta alla fine del Novecento alla redazione della nota cartografia redatta dallo Studio Gasseau mediante rilevi strumentali su base cartografica aerofotogrammetrica in scala 1:2000, che pone le terme e le ulteriori preesistenze di età romana nel contesto urbano.
Il tema di una copertura delle terme, nell’area interessata dalla presenza dei mosaici, diviene materia progettuale nel 1995, nell’ambito del “Sistema archeologico dell’antica Teate” (programma operativo plurifondo 94/96 – misura 3.5 Valorizzazione Aree Urbane), sempre a cura di Adele campanelli e Claudio Finarelli, preceduto da una “relazione geologica geotecnica a valle delle aree delle terme e cisterne romane di Chieti” redatta dallo Studio di Geologia SOTRAGE di Francavilla al Mare. Il contratto d’appalto per i lavori di scavo, restauro e realizzazione della nuova copertura è del 1997.
Alle soglie del nuovo millennio (2001) l’arch. Paolo Fraticelli, sulla base della Forma Teatis, disegna una pianta in scala 1:2000 che colloca le terme nel versante collinare nord-orientale depurato dalla indicazione grafica degli edifici moderni (in T. COCCO, Quaderni del Rotary, Pianta della città di Chieti nel XIX secolo con l’indicazione dei luoghi citati da Vincenzo Zecca).
Nel 2007 viene pubblicato a cura di Mezzetti, nell’ambito di un atlante dedicato a Chieti (C. Mezzetti, Teate: Il disegno di una città, Roma 2007, tav. L.) con cartografia tematica, una carta archeologica in scala 1:500, che costituisce l’esito della restituzione aerofotogrammetrica di riprese aeree stereoscopiche, in cui il complesso delle terme risulta ben evidente nella sua posizione marginale rispetto all’area centrale della città antica.