“Nessuno stop all’abbattimento dei pini intorno al Circolo Canottieri di Pescara, il cui taglio proseguirà nella giornata di lunedì 6 marzo” – è la replica di Cristina Collettini, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara – “perché nessuna irregolarità procedimentale o tecnica è stata rilevata dai Carabinieri Forestali di Pescara, intervenuti a seguito di segnalazioni della Sezione L. Gorgoni di Italiana Nostra di Pescara e dell’Archeoclub”. Le attività sono state sospese per qualche ora dalla Soprintendenza per consentire ai Carabinieri Forestali di effettuare gli accertamenti d’obbligo a seguito di un esposto, che avrebbe potuto essere evitato se si fosse posta attenzione all’autorizzazione al taglio rilasciata dall’Amministrazione comunale ed esposta in prossimità del cartello di cantiere.
L’abbattimento degli esemplari di Pinus Pinea prospicienti il prospetto sud del Circolo Canottieri è una scelta ponderata e condivisa, sul piano tecnico e amministrativo, con gli enti coinvolti (Demanio di Stato, Comune di Pescara, Capitaneria di Porto, Associazioni sportive, ecc.) e con l’intera collettività locale, nell’ambito del progetto esecutivo cui la stampa ha dato massima diffusione tra lo scorso anno (conferenza stampa presso il comune nel mese di giugno) e l’inizio dei lavori del 1 febbraio 2023 (ulteriore conferenza stampa sul posto). Nessuna obiezione è arrivata in quella che era la giusta sede per le osservazioni.
Alberi non spontanei, ma piantati negli anni Sessanta del secolo scorso nell’area golenale del fiume Pescara, a forte rischio esondazione), la cui propensione al cedimento è stata attentamente valutata dal dott. Giuliano Gridelli, dottore forestale iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Torino, incaricato dalla Soprintendenza dell’analisi fitostatica delle essenze di Pinus Pinea e della verifica dello stato di salute di tutte le essenze arboree presenti all’interno dell’area demaniale del Circolo Canottieri di Pescara. Le criticità segnalate nella perizia, redatta oltre 4 anni fa si sono nel tempo così aggravate da costituire un serio pericolo per la pubblica incolumità e per la tutela del patrimonio monumentale: due piante sono già state tagliate con intervento d’urgenza del locale comando dei Vigili del Fuoco, mentre il cedimento di un’altra dal lato del campo di calcetto ha richiesto il taglio del cancello di accesso all’area; le piante prospicienti la strada pubblica, risultano fortemente inclinate e l’apparato radicale è scoperto.
Esigenza di salvaguardare le vite umane e di tutelare il patrimonio culturale in primis, ma anche rispetto dei principi del restauro modernamente inteso in un progetto volto a ripristinare il rapporto tra l’immobile e il fiume nella sua configurazione originale, oggi obliterato e non godibile dalle principali visuali pubbliche del lungofiume dei Poeti e dal ponte d’Annunzio.
Non da ultimo il rischio archeologico, il cui potenziale è altissimo, in un’area prossima al Campo Rampigna.
L’apparato radicale dei pini in caduta, infatti, potrebbe aver scalzato o comunque interferito con dati archeologici di fondamentale importanza per la conoscenza del territorio, che saranno oggetto di approfondimenti da parte della Soprintendenza nell’ambito dei compiti istituzionali di tutela del patrimonio culturale, tutela che, è bene ribadirlo, è interesse collettivo e principio costituzionalmente protetto.
Va da sé, né potrebbe essere diversamente, che in ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento del Verde del Comune di Pescara, i tagli saranno compensati con la piantumazione di altrettanti esemplari di specie adatte al contesto, in area idonea e non a rischio idrogeologico, secondo le indicazioni che il Comune vorrà fornire. In tale direzione è anche la scelta progettuale di eliminare cemento e asfalto che attualmente coprono la quasi totalità dell’area di pertinenza dell’edificio di interesse culturale a favore di una unica area verde permeabile.
Non vi è dubbio alcuno sulla correttezza procedurale e sulle scelte tecniche operate dalla Soprintendenza mentre andrebbero evitate situazioni di mera incomprensione che comportano solo ritardi e danno economico nell’esecuzione di un’opera pubblica che deve essere restituita alla collettività in tempi celeri.
È prioritaria una riflessione, derivante dal confronto culturale, che deve essere fonte di ispirazione. Dovremmo tutti ricordare che il tema del verde all’interno della città deve essere frutto di logiche di sistema e di relazione con il costruito. Il progetto di recupero del circolo canottieri segue il principio del restauro critico e filologico, e il rapporto del monumento con il fiume è essenza del luogo, del contesto e del significato stesso della sua costruzione.
“Questa è l’intenzione progettuale e questo è ciò che verrà restituito alla città” – riferisce Cristina Collettini – “L’obiettivo perseguito dalla Soprintendenza è la riconsegna alla collettività di un bene di altissimo valore storico, architettonico e testimoniale, nei tempi previsti dal cronoprogramma, secondo scelte condivise e in un continuo dialogo con la città che c’è stato e continuerà ad esserci ma nelle dovute sedi. Garantisco a nome mio e del personale ministeriale coinvolto il massimo impegno in questo”.