Il 13 febbraio 2023 in località Colle Marcone è stato rinvenuto un cippo in calcare locale, con ritratto femminile a rilievo nella parte alta e iscrizione funeraria sottostante. La scoperta è avvenuta durante i lavori per la creazione di una rotatoria in corrispondenza del percorso del tratturo L’Aquila- Foggia, per cui la funzionaria archeologa della SABAP di Chieti e Pescara, dottoressa Anna Dionisio, aveva predisposto l’assistenza archeologica in corso di scavo.
La notizia non ha mancato di destare interesse nella popolazione locale, viste anche la qualità e la bellezza del manufatto, integro ad eccezione di una scheggiatura nell’ angolo superiore sinistro: il ritrovamento è stato del tutto inaspettato, nonostante l’avvenuta attivazione della sorveglianza archeologica. L’asse viario attuale infatti corre longitudinalmente lungo il percorso del Tratturo magno, sottoposto a vincolo diretto dal 1983 come tutta la rete tratturale abruzzese, ma il cippo è stato rinvenuto praticamente in superficie, subito sotto l’asfalto moderno. L’archeologa incaricata della sorveglianza, dottoressa Maria Di Iorio, ha accertato che il manufatto si trovava in giacitura secondaria, ossia che era stato rimosso già in antico dalla sua iniziale collocazione e depositato nel luogo in cui è stato poi ritrovato.
L’oggetto, di dimensioni considerevoli, presenta la sola faccia frontale con rilievo in alto e iscrizione subito al di sotto. Da una prima valutazione epigrafica e stilistica potrebbe risalire al II-III secolo d. C.; il rilievo raffigura un busto di donna stante, dalla postura frontale. L’iscrizione sottostante è la dedica a Mettia Rufa, liberta di Gaius, da parte della figlia, anch’essa liberta, dato interessante perché fornisce uno spaccato dei meccanismi di ascesa sociale dell’epoca: i liberti erano schiavi liberati, che mantenevano sovente un rapporto anche affettivo e di dedizione con l’ex padrone, e che di fatto potevano arrivare ad essere economicamente benestanti o addirittura ad avere un tenore di vita elevatissimo, come il Trimalcione descritto da Petronio.
La custodia dell’oggetto è stata affidata dalla funzionaria archeologa e dalla funzionaria restauratrice della Soprintendenza, dottoressa Maria Isabella Pierigè, al Comune di Bucchianico per qualche giorno; in seguito lo stesso sindaco Carlo Tracanna ha predisposto il trasporto nel deposito centrale della SABAP ove resterà fino al restauro. Successivamente il cippo sarà esposto in un luogo idoneo individuato dal Comune di Bucchianico con la supervisione della Soprintendenza.