Comunicati Stampa

27 Settembre 2023

CHIETI | CERIMONIA INAUGURALE DELLA PIAZZA SAN GIUSTINO

Il progetto di riqualificazione della Piazza San Giustino, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del “Programma Straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”, è stato attuato dal Comune di Chieti.

 

Obiettivo prioritario la valorizzazione dello spazio urbano caratterizzato dalla straordinaria monumentalità delle sue quinte architettoniche (palazzo Mezzanotte, il Tribunale, il fronte laterale di San Giustino, oggetto di un vero e proprio progetto di ricostruzione in stile medievale da parte dell’architetto Guido Cirilli negli anni Trenta del Novecento, il palazzo Valignani, sede storica del comune di Chieti e il Palazzo Sirolli), e la restituzione al pubblico dell’ampia spazialità di un luogo per troppo tempo compromesso dagli usi impropri e privato della sua identità.

 

Nell’ambito delle fasi autorizzative e dei lavori la Soprintendenza, oltre ad aver esercitato il ruolo istituzionale di controllo e alta vigilanza, ha affiancato, in una proficua collaborazione, l’Amministrazione comunale nel percorso di revisione delle iniziali scelte progettuali per adeguarle alle esigenze intervenute nelle fasi di scavo e dettate dalle strutture antiche riportate alla luce.

Per questo la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara sarà presente alla cerimonia di inaugurazione con il taglio di uno dei nastri e parte attiva nel percorso di valorizzazione mediante la promozione, in condivisione con l’Amministrazione Comunale, di una serie di iniziative volte alla presentazione alla cittadinanza dei primi esiti di quanto rinvenuto nelle fasi di scavo.

Nella giornata inaugurale sarà esposta la “testina di Venere”, preziosissimo reperto rinvenuto nella prima fase delle indagini. La sequenza in ordine cronologico delle quattro principali fasi storiche dell’area, che si è potuto desumere dalle strutture venute alla luce, sarà raccontata da una serie di pannelli illustrativi installati sulla piazza e contenenti una sintesi delle risultanze degli scavi archeologici.

Al termine della cerimonia inaugurale e fino alle ore 22:00, resteranno aperte le porte dello storico Palazzo Zambra, sede istituzionale della Soprintendenza, in via degli Agostiniani 14, dove saranno accessibili al pubblico e potranno essere osservati da vicino in anteprima i primi oggetti restaurati afferenti al corredo della tomba italica soprannominata Marouca.

SVILUPPI FUTURI

 

I reperti mobili rinvenuti sono stati rimossi e in buona parte già restaurati; la tomba di Marouca è stata totalmente asportata tramite stacco in blocco e scavata microstratigraficamente in laboratorio per il prelievo degli oggetti in sicurezza e il loro definitivo restauro.

 

Più complessa ma dettata dalle prioritarie esigenze di tutela, la decisione di reinterrare al termine della fase di scavo, completata nel maggio 2022, le strutture rinvenute, la cui musealizzazione in situ avrebbe inoltre richiesto continui interventi di manutenzione economicamente non sostenibili.

 

La valorizzazione delle strutture e la loro comprensione sarà comunque assicurata grazie all’azione della Soprintendenza e dell’Amministrazione Comunale che hanno sottoscritto un accordo di reciproco impegno per l’allestimento di un centro di documentazione da realizzare secondo le più moderne tecnologie, nei locali a piano terra del Palazzo Valignani, il cosiddetto Palazzo d’Achille. Il progetto di restauro della futura sede dei locali comunali è stato già finanziato e aggiudicato a valere su fondi PNRR Missione 5 – Componente C2 – Investimento/Subinvestimento 2.1 – “Rigenerazione urbana”.

NOTE TECNICHE

Il progetto architettonico, autorizzato dalla Soprintendenza nel 2019, comprendeva in fase preliminare anche l’avvio delle procedure di Archeologia Preventiva previste dal Codice dei Contratti Pubblici, finalizzate all’esecuzione di attività specializzate di indagine, ricerca e monitoraggio del patrimonio archeologico nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche.

 

La documentazione storica già nota e i saggi preliminari eseguiti nel 2018 denunciavano già all’interno della piazza la presenza di strutture afferenti a fasi storiche più antiche e ancora da indagare, la cui conoscenza è stata approfondita in fase di cantiere. In particolare era nota la presenza delle fondazioni del Palazzo Regio, di una cisterna di età moderna e di un’altra perfettamente conservata, risalente al 1880.

 

La prima fase dei lavori è stata condotta sotto la supervisione di archeologi qualificati, come previsto dalla normativa, e i primi approfondimenti hanno rivelato la presenza di strutture e manufatti pertinenti a fasi di utilizzo che risalgono almeno all’età tardoarcaica (V-IV secolo a. C.) e si estendono fino alla contemporaneità.

 

I lavori di riqualificazione architettonica sono stati visti come una opportunità irrinunciabile per approfondire le ricerche storiche e restituire alla città parte della sua storia perduta. Per questo fine nel 2021 il Comune di Chieti ha richiesto e ottenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’autorizzazione all’utilizzo delle economie derivanti dai ribassi d’asta per avviare la fase di ricerca storica attraverso indagini archeologiche di approfondimento sull’intero spazio della piazza: la mole e importanza dei dati scientifici acquisiti conferma la bontà della scelta fatta.

 

Infatti, la fase di scavo, sebbene abbia comportato una dilatazione dei tempi di cantiere, ha tuttavia restituito alla città un’innumerevole quantità di informazioni non note sulle quali oggi si sta lavorando per ricostruire l’evoluzione della città di Chieti.

RITROVAMENTI

 

Nelle fasi di scavo, oltre ad un grande numero di dati scientifici utili per la ricostruzione della storia della città, sono state rinvenute in particolare due tombe relative al periodo italico, tra cui la sepoltura femminile emergente n. 2, soprannominata “Maruca”, con un eccezionale corredo di vasellame di importazione daunia, ornamenti in bronzo (fibule e spilloni) e vaghi in pasta vitrea; l’inumata possedeva anche un calderone in bronzo e spiedi in ferro, a testimoniare la sua elevatissima posizione sociale. Le operazioni di stacco in blocco dell’intero corredo sono state effettuate dai tecnici della Soprintendenza, presso il cui laboratorio sono stati custoditi e successivamente restaurati i materiali di scavo, con il contributo del Comune di Chieti.

 

In altra collocazione rispetto alle sepolture sono stati rinvenuti i resti dell’impianto di una domus di età romana, di cui si evidenziano alcuni ambienti con lacerti di mosaici pavimentali purtroppo in gran parte compromessi, uno con fondo uniforme a tessere bianche e uno a tessere bianche e nere. Due cisterne sono state rinvenute prossime alla domus, l’una appartenente alla residenza stessa e l’altra pertinente ad un’altra abitazione di cui non si sono conservate le strutture murarie. Infatti la domus sarà demolita per realizzare un grande serbatoio idrico a 4 sale in laterizio rivestito di malta idraulica, trovato privo della copertura e già riempito di terra in età tardoantica o altomedievale.

 

Nell’alto Medioevo si assiste ad un ulteriore mutamento di funzione dell’area, in cui si impianta, in direzione dell’attuale Palazzo di Giustizia, un complesso produttivo per fabbricazione di ceramica e per la cottura di marmi e pietre per ricavarne calce; la testina di Venere che sarà esposta durante l’inaugurazione è stata rinvenuta al di sopra di tale contesto. È probabile che tali produzioni fossero direttamente connesse con il grande cantiere della cattedrale di età carolingia.

 

Nei secoli centrali del Medioevo, gran parte della piazza, compresa l’area della domus, viene interessata dalla creazione di una serie di fosse granarie circolari, destinate allo stoccaggio di derrate alimentari.

In età contemporanea, infine, l’assetto dell’area viene profondamente stravolto, con il livellamento e lo sbancamento della sommità e numerosi tagli dovuti all’impianto di sottoservizi, soprattutto linee idriche e fognarie, e con la creazione del già menzionato complesso di cisterne.

Ambiente con mosaico a tessere bianche con inserti a contrasto

Ambiente con mosaico a tessere bianche con inserti a contrasto

Lacerto di mosaico a onde correnti a tessere bianche e nere

Lacerto di mosaico a onde correnti a tessere bianche e nere

Fossa granaria con riempimento

Fossa granaria con riempimento

Fossa granaria dopo lo scavo

Fossa granaria dopo lo scavo

Tomba n. 2. Particolare

Tomba n. 2. Particolare

Vaghi in bronzo e pasta vitrea durante il microscavo in laboratorio

Vaghi in bronzo e pasta vitrea durante il microscavo in laboratorio

Vaso prima del restauro - san Giustino
Vaso dopo il restauro - san Giustino

Coppa prima e dopo il restauro

CHIETI | CERIMONIA INAUGURALE DELLA PIAZZA SAN GIUSTINO

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