Il progetto di recupero e valorizzazione del sito archeologico di Alba Fucens è suddiviso in due lotti di intervento. Nel primo lotto sono previste opere di sistemazione dell’accesso e di restauro delle opere murarie emergenti, mentre il secondo lotto è dedicato a lavori di valorizzazione con l’esecuzione di nuovi scavi archeologici nella porzione ovest, su via del Miliario, e nella parte nord, sulla via Valeria.
Nell’ambito del restauro sono state eseguite opere di ripristino localizzato, di consolidamento e pulitura delle porzioni murarie emerse, ai fini della conservazione, ma l’intervento più interessante riguarda l’esecuzione di nuove ricerche con una campagna di scavi eseguita nei mesi da giugno al novembre del 2020.
I primi interventi furono condotti dal 1949 al 1979 dall’Università di Lovanio e dalla Soprintendenza, per essere poi ripresi dalla Soprintendenza e da Università italiane e straniere (Foggia, Napoli L’Orientale, Pisa, Bruxelles) dal 2006 al 2013; nel corso di questi anni è stata riportata alla luce l’area attualmente visitabile, dove trovano spazio soprattutto edifici di carattere pubblico: il foro, la basilica, il macellum, le terme, il santuario di Ercole, mentre le tabernae si distribuiscono lungo la via del Miliario e la via dei Pilastri. Sul livello superiore si sviluppano i quartieri residenziali della città.
Gli scavi del 2020 si sono concentrati lungo la via del Miliario, nella quale si identifica il tratto urbano della via Valeria, con l’obiettivo, in uno dei due settori, di scoprire le porzioni non ancora note di alcune tabernae, le botteghe della città.
Le indagini hanno consentito il recupero delle numerose fasi di vita di questi ambienti, lungamente utilizzati dal III sec. a.C. e fino al V/VI sec. d.C. e sigillati da spessi strati di colluvio.
Il crollo pressoché intatto dell’intero tetto ha conservato i livelli sottostanti, ancora in uso al momento della distruzione, come dimostrato dalla presenza di numerosi materiali di uso quotidiano, tra i quali i grandi contenitori in terracotta (dolia), piatti, monete; vari gli elementi di riutilizzo, recuperati da altri edifici della città ormai in disuso nelle fasi tarde, tra cui un capitello proveniente dal teatro, analogo a un altro esemplare qui recuperato nel passato.
Lo scavo ha confermato le ricostruzioni sull’occorrenza di un distruttivo evento sismico nella seconda metà del V sec. d.C./inizi VI sec. d.C., come già emerso negli studi archeosismologici effettuati dalla Soprintendenza in collaborazione con l’INGV.
L’altro settore interessato dalle indagini si pone a confine del Foro, la grande piazza rettangolare ancora da riportare alla luce; lo scavo di un setto di terreno, posto direttamente sul basolato della via del Miliario, ha consentito di aprire il percorso e introdurre i visitatori in un nuovo spazio, aumentando le opportunità di conoscenza e di permanenza nel sito.
In tal modo si è resa fruibile anche l’area indagata in precedenza dall’Università di Bruxelles, occupata da un edificio di grandi dimensioni, probabilmente la schola, sede di un’associazione.
Tutte le strutture rinvenute nel corso della campagna 2020 sono state oggetto di restauro subito dopo la conclusione dello scavo, in modo da assicurarne la conservazione, mentre i livelli archeologici più antichi sono stati protetti con teli idonei e ghiaia.
A questa fase di cantiere seguirà il restauro dei reperti rinvenuti e la pubblicazione dei risultati, come già previsto nell’ambito del medesimo progetto, in ottemperanza a quanto stabilito dal D.M. 154/2017.